Dall'inverno all'estate

[ indietro ]

programma generale

   L’A.PE  e la città (di Napoli)

giovedì 23 febbraio, ore 17,45/19,45 - Zero81 Piazza Bianchi Nuovi 10, Napoli

prima giornata del programma di formazione e ricerca del Centro Territoriale Mammut "Dall'inverno alla primavera" (che trovi su questa pagina) 

conduce: Giovanni Zoppoli

 

23 febbbraio, 9 e 23 marzo, 20 aprile e 4 maggio: cinque giornate come esperienza/esperimento di comunità tra genitori e docenti (e altri educatori). Dove sperimentare strumenti e climi della scuola attiva come possibilità per prendersi cura di individui e collettività.

 

I partecipanti entrano nella trama narrativa che sta accompagnando i bambini (un migliaio circa) delle scuole di Napoli e della Basilicata  nella ricerca azione del Mito del Mammut XVI edizione.

La “Storia dei 4 Ducati” e il tema del “corpo” fanno da sfondo ai  5 incontri, inserendo  i partecipanti adulti all’interno dell’esperienza di teatro città che si concluderà al centro di Napoli. La realizzazione di un manifesto di scuola e città ideali a cui far prendere forma  e la creazione di una “scultura gigante - corpo collettivo di città” sarà l’impresa a cui il gruppo lavorerà, fino alla parata finale verso il Corpo di Napoli a piazzetta Nilo, del 15 maggio: gridando insieme la  pretesa di rivitalizzazione della città, da trasformare finalmente in città delle bambine e dei bambini.

Alcune informazioni in più

Principi e valori della pedagogia attiva,  seppure  alla base di ogni manuale pedagogico e raccomandazione ministeriale sul come insegnare, rimangono per lo più lettera morta, continuando la maggior parte delle classi scolastiche a fare, più o meno, quello che si faceva 100 anni fa (con qualche tecnologia in più).

Nessun cambiamento sostanziale è possibile se a cambiare non è per primo l’atteggiamento con cui gli adulti (genitori e docenti) guardano al bambino, alla città e, più in generale, alla vita stessa. I fondatori della scuola attiva parlavano di un modo di essere in relazione (prima che di un edificio o di un’aula), dove il posto d’onore spetta alla vita reale: dunque nessuna vera trasformazione sarà possibile se non le si aprono le porte.

Al di là di ogni retorica sulla “comunità educante”, oggi più che mai la scuola è il luogo della “guerra” via chat tra genitori e docenti (e di genitori e docenti al loro interno). Messi tutti d’accordo da una visione unica: l’alleanza in realtà esiste ed è solida, basata sulla “paura” ogni volta che il bambino può correre il rischio di incontrarsi proprio con la “vita reale”. Genitori e docenti tutti d’accordo quindi attorno alla trincea  “E se si fa male?”, domanda  sterminatrice di ogni possibilità di scuola bella. E se invece una scuola finalmente nuova nascesse attorno a un’ alleanza opposta:  “ E se si fa bene?”. Questo è il nuovo “rischio” che invitiamo  a correre,  riscoprire il meraviglioso legame tra vita e apprendimento-insegnamento, attraverso la riappropriazione della vitalità di ciascuno. Superando l’illusione che il pericolo sia “fuori” e lo “sconosciuto” che il “dentro” e il “familiare” l’unico luogo sicuro. La città diventa in questo modo  primo destinatario del cambiamento, perché possa farsi “aula”.

La proposta “L’A.PE in città” nasce dalla voglia di voler far sperimentare a docenti e genitori (ma anche zii, nonni ad altri educatori, operatori sociali, Dirigenti didattici, psicologi, baby sitter…) la gioia di una modalità di fare scuola con miti, colori, giochi, narrazioni autobiografiche, strumenti, metodi e climi appresi in questi 20 anni di esperienza da Centro Territoriale Mammut (assieme alla migliaia di bambini e  adulti italiani, rom, migranti… di centri e periferie di quasi tutte le regioni italiane).

Un invito semplice: a giocare insieme, costruendo storie e visioni di città, regalandosi per un paio d’ore, ogni 15 giorni, per 5 volte,  il lusso di uno spazio/ tempo liberato dalle cose dei “grandi”, dove sospendere giudizio e aspettative e affidarsi al calore di un gruppo in ricerca.

Godendoci insieme quanto il lavoro ultracentenario di pedagogisti,  psicologi, antropologi, artisti, filosofi, fisici e altra umanità hanno preparato perché noi potessimo goderci meglio il presente con i nostri bambini.

Eredità che abbiamo cercato di raccogliere e attualizzare (al di fuori di ogni mortifera nostalgicità), nella ricerca di un modo di essere e di guardare, prima ancora che di fare scuola e città. Tentativo che lanciamo agli adulti che vorranno accogliere questa nostra proposta.

.Questi alcuni dei temi che vorremmo affrontare negli incontri:

  • Apprendimento fa rima con sofferenza? E invece no! La scuola dove si impara con gioia in profondità e con lunga durata esiste.
  • L’apprendimento curriculare come possibilità di prendersi cura (della salute psicofisica di adulti e bambini)
  • Genitori e docenti: un’alleanza è possibile?
  • Abbandonoci o iperprotettivi?
  • Può esistere una comunità educante al di là della retorica?
  • Come la scuola può cambiare la città (e viceversa).
  • Giudizio e giudizi: le sfide degli adulti (genitori e docenti) sulla pelle dei bambini.
  • I compiti a casa, le correzioni, le richieste dei maestri, quelle della nonna… che faccio della scuola quando mio figlio è a casa?
  • Creatività e struttura sono nemiche acerrime? E invece no! Non può esistere l’una senza l’altra.
  • La comunicazione efficace
  • Esclusione/inclusione: per colpa di chi?
  • Video e web: se, quanto e perché?

Alcuni degli strumenti che sperimenteremo insieme:

  • Il cerchio scientifico  filosofico come modalità normale di fare scuola
  • Tecniche di comunicazione teatrale, di fabulazione e il teatro forum
  • Il giornale murale
  • Rilassamento e visualizzazioni
  • L’atelier di pittura, la manipolazione dei materiali, la falegnameria
  • Burattini e strutture giganti, tra carta pesta, segatura e scheletri di ferro/legno/plastica
  • La serigrafia artigianale
  • Tra scienza e magia (dalla prestigitazione al metodo scientifico)
  • Mito e narrazione autobiografica

Temi che affronteremo attraverso l’esperienza vissuta insieme nell’ora e mezza del percorso laboratoriale, a partire dagli episodi di vita vissuta e dagli argomenti presentati giorno per giorno dai partecipanti al gruppo. Non lezioni frontali dunque, ma esperienza condivisa (con spunti teorici qua e là), con l’ambizione di essere leggera e divertente anche, sempre a partire dal portato di vita che ciascuno  sentirà di voler condividere.  Facendo molto attenzione a non oltrepassare il campo pedagogico, evitando accuratamente equivoci e deviazioni verso qualsiasi tipo di terapia (siamo assolutamente lontani da ogni approccio medico!) 

Una delle modalità del lavoro sarà appunto quella di partire da difficoltà e problemi incontrati nella vita di tutti i giorni con alunni e figli e cercare di affrontarli insieme, attraverso le tecniche suggerite da ricerca azione e  pedagogia attiva (in particolare comunicazione teatrale e artistica).

Fonti e materiali

Queste alcune delle fonti e dei materiali alla base del ciclo di incontri:

  • La ricerca azione come modalità di. cambiamento individuale e collettivo (liberato da burocrazia e accdemismi). Da B. Malinowski, a K. Lewin a J. Dewey.
  • la relazione di aiuto e il “triangolo drammatico”;
  • “Le due città” di D. Rea,  e l’educazione per gli ultimi a quella per pochi privilegiati: il problema della scuola e della città dei ricchi e dei poveri
  • “Io sono ok tu sei ok”, tra T.Harris e chi vorrebbe far sentire il genitore (e il docente) sempre inadeguato a esserlo (esigenze di mercato?).
  • Dal  “Genitore quasi perfetto” alla “Voce del verbo stare”, da  B. Bettelheim a D. Barrilà.
  •  “I bambini e la città” e l”’Educazione incidentale”, da Colin Ward a Francesco Codello, tra urbanistica, politica e educazione libertaria.
  • “Il dramma del bambino dotato”, il narcisismo del nostro tempo e la tragedia del “bravo bambino”, da A. Miller a C. Lasch.
  • Convivialità,  medicalizzazione della società e  descolarizzazione, da I. Ivan Illich ai giorni nostri.
  • O. Decroly, C. Freire e la scuola cooperativa, della vita e del fare (che niente hanno a che vedere con il vezzoso prodotto o il posto su Fb/specchietto per le allodole da brouchure).
  • M.Montessori, i materiali, il setting: un tentativo di “Corridoio”
  • La letto scrittura, il giornale murale, la stamperia, tra magia e forma di giustizia sociale. Da M. Lodi a Don Milani passando per L. Tolstoj. 
  • P. Freire, A.Boal e la pedagogia dell’oppresso
  • Il metodo naturale, le neuro scienze, l’autoefficacia, da P. Le Boech, a I. Gamelli, a A. Bandura, a L. Dalla Seta: perché oggi è indispensabile superare una dicotomia inesistente e rifondare la scuola a partire dalla “normale” fisiologia di adulti e bambini.
  • La parte e/è il tutto, da Colapesce a E. Morin, a G. Bateson, a H. Foulkes, a A. Langer, a S. Mancuso, a R. Marchesini.  
  • Il corpo e le persone archetipiche, tra percepibile e impercebile. Da W. Reich, a A. Lowen, J.Hillman, a R. Panikkar.
  • J. Grotowski e il teatro nuovo come rito laico del nostro tempo
  •  “A che gioco giochiamo?”, tra intuito e copioni di vita, da E. Bern  a F.Perls, passando per Grotowki.
  • Disegnare con la parte destra del cervello e l’arte a scuola come realizzazione del bambino  (e non del suo adulto di riferimento) e modo di fare politica.  Tra B. Edwards, R. Steiner, A. Stern, Felice Pignataro e altri ancora.
  • Il dialogo euristico, da Socrate a F.Lorenzoni: un modo normale di fare scuola.
  • “Forse un drago nascerà”, il teatro di Giuliano Scabia come possibilità ancora attuale.

Modalità di partecipazione

  • Non occorre nessun titolo accademico o prerequisito particolare per poter partecipare. Solo la voglia di mettersi in gioco e la curiosità di scoprire cose nuove.
  • I 5 incontri sono pensati come circuito, ciclo completo, con un inizio e una fine: la modalità migliore per esserci sarà perciò quella di non perdersene nemmeno uno (compresi gli altri del ciclo “Dall’inverno all’estate”)
  • Ciascuno degli incontri è tuttavia pensato come giornata autosufficiente, con un’apertura e una chiusura. Si potrà pertanto decidere di partecipare anche a un solo incontro.
  • Unica modalità di partecipazione è in presenza.
  • E’ prevista una quota di iscrizione di euro 30 (la quota di iscrizione non cambia, sia che si voglia partecipare a un solo incontro che a tutti). Per prendere parte agli altri incontri  varrà il principio di “libero gradimento”: al temine dell’incontro ciascuno deciderà se e quanto ritiene di voler e dover versare come contributo alla giornata (se non può e non vuole anche niente).
  • E’ previsto un numero massimo di 25 partecipanti.
  • Per partecipare bisogna inviare richiesta di partecipazione a: [email protected], con una propria breve nota biografica,   le motivazioni che spingono a partecipare e le date per cui ci si vorrebbe prenotare.

Info – www.mammutnapoli.com;  [email protected] - 3385021673

[ indietro ]

Sviluppo PanPot